In Italia nei decenni passati gli editori hanno goduto di abbondanti contributi pubblici e di un flusso crescente di pubblicità a tutto vantaggio del proprio arricchimento. Ciò favoriva anche una disinvolta assunzione spesso clientelare di nuovi giornalisti. Le redazioni si espandevano ma il prodotto editoriale non sempre cresceva in qualità e in diffusione. Esigue le testate che tutelavano gli interessi dei lettori e che si ponevano al servizio della collettività. Oggi gli editori corrono ai ripari visto che i contributi pubblici all’editoria si sono ridotti da 414 milioni di euro nel 2009 ai 138 milioni nel 2012 per attestarsi ai…