31 Maggio 2012 Luigi Esposito

La reprimenda di Visco sulle banche italiane

Ignazio Visco nella sua prima assemblea annuale da Governatore della Banca d’Italia ha testualmente parlato di composizioni bancarie pletoriche che deresponsabilizzano i consiglieri e che si riflettono negativamente sulla funzionalità degli organi collegiali. Sono necessari, prosegue Visco, interventi incisivi sui costi operativi in particolare sul costo del lavoro incluse le remunerazioni degli amministratori e dell’alta dirigenza che devono ridursi. Già in precedenza si era soffermato sulle principali distorsioni del sistema bancario italiano che vede le famiglie finanziare le imprese con una quota attorno all’85% del totale prestiti aziendali e la redditività dei nostri intermediari bancari, strutturalmente bassa, oggi in ulteriore calo per il rallentamento degli impieghi e il contemporaneo peggioramento del rischio di credito. Eppure in Italia non abbiamo fortunatamente vissuto bolle immobiliari, come per esempio è avvenuto in Spagna, e neppure crisi per l’alto indebitamento delle famiglie. Insomma le banche italiane anche se sono vissute in ambiente più protetto non hanno saputo approfittare delle aggregazioni, avvenute nell’ultimo decennio, per limare i costi interni e accrescere la redditività finale. Nelle sue Considerazioni finali Visco  non dimentica di citare l’ingente liquidità recentemente accordata dalla Bce agli intermediari europei, pari a 1000 miliardi di euro di cui 255 miliardi sono andati a 112 banche italiane. Liquidità usata dalla italiche banche per rafforzarsi e solo il governatore vede  “segnali che il miglioramento della liquidità delle banche stia favorendo l’offerta di credito”. I piccoli e medi imprenditori e le famiglie non sono per niente d’accordo. Certo nel Belpaese le piccole e medie imprese hanno patrimoni esigui e dipendono troppo dalle banche che, per esempio, concedono loro finanziamenti entro dodici mesi nella misura doppia di quello che accade in Francia e in Germania, ma attraverso gli affidamenti in conto corrente le imprese italiane vivono. Nelle previsioni Bankitalia quest’anno la caduta del pil italiano  si aggirerà intorno all’1,5%  e se le tensioni sul debito sovrano non trovano  soluzione  nell’accelerazione dell’integrazione europea  la politica monetaria di per sé non potrà sanare gli squilibri dell’area euro. Le banche italiane e i suoi azionisti sono avvisati.

pubblicato sul quotidiano online ”Affari Italiani”

, ,

Luigi Esposito

Consulente di Comunicazione | Giornalista