Nuove sfide per il mondo del Consumo

23 Maggio 2023 Luigi Esposito
La NielsenIQ negli ultimi giorni ha reso noto la sua fotografia sui consumi nel Belpaese. Negli ultimi cinque anni i volumi della spesa sono cresciuti dell’8% ma negli ultimi quattro mesi del 2023 si sono contratti del 3,9%. Inoltre il consumatore italiano ha incrementato del 3,7% la frequenza di acquisto e ridotto del 7,4% il numero dei prodotti nel carello. Mutamenti che potrebbero delineare non semplici curve contingenti bensì traiettorie di nuovi comportamenti destinanti a consolidarsi. A fronte di una inflazione in costante crescita come sottolinea l’Istat – ad aprile si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo registri un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua – e di un mancato allineamento salariale – la vera questione del lavoro – gli italiani modificano i propri comportamenti di acquisto. Il consumatore è consapevole che nonostante i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentino in termini tendenziali, da +12,6% a +11,6%, quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano, da +7,6% a +7,9%, (fonte Istat). Ma parlare di contrazione dei consumi è inappropriato visto che anche la stessa NielsenIQ rileva negli ultimi quattro mesi la crescita del 15,8% in quelli tipici del fuoricasa.
Emerge dunque l’ipotesi di un nuovo scenario di consumo, di un paese cioè che si sta sempre più omologando o meglio si stanno diffondendo i comportamenti propri delle più grandi città italiane. Assistiamo, in altre parole, ad una prassi, quella dei frequenti acquisti in più punti vendita, al posto della grande spesa nella stessa insegna o nello stesso store. La pandemia, in tal senso, rappresenta uno spartiacque anche in termini consumeristici. Gli italiani sono tornati a socializzare e consumano molto nei ristoranti, nei bar, nei locali. Le famiglie riducono la spesa mensile ma aumentano le visite nei punti vendita alla ricerca di promozionalità diretta o implicita nel format dello store. Saranno avvantaggiate e dunque preferite le insegne della moderna distribuzione capaci di offrire maggiori servizi e reale customer experience. Da parte sua l’industria alimentare dovrà proseguire a rimodulare la sua produzione con sempre più prodotti innovativi, di formato più contenuto e più accattivanti in termini di piacevole esperienza d’acquisto. I trend salutistici, i bassi salari, l’alta inflazione, l’incertezza sul futuro inducono a definire i contorni di questo nuovo scenario in cui il consumo è vissuto come momento razionale ma anche come occasione di conoscenza di nuovi sapori, territori, brand e persone. In questo senso si realizzerà sempre più una “continuità di bisogno” tra ciò che gli italiani comprano nel supermercato e ciò che richiedono nei locali del fuoricasa e anche le piccole industrie alimentari saranno spinte a diversificare i canali distributivi. In termini di comunicazione per l’industria e il retail le sfide saranno affascinanti.
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Luigi Esposito

Consulente di Comunicazione | Giornalista