Rabat, 7 aprile 2008 - E’ un Marocco a due velocità quello che si respira nella medina di Marrakech o nei riad di Casablanca. Da una parte il giovane re Mohammed VI intraprendente e coraggioso come ad esempio quando subito dopo la sua investitura nel 1999 cambiò parte della dirigenza pubblica, rovesciando numerose poltrone che il padre, re Hassan II, aveva contribuito a rafforzare. Amministratori incapaci e sindaci corrotti che nonostante la loro immagine di potere consolidato furono immediatamente sostituiti trascinati dall’irruenza del giovane monarca. Dall’altra un re che si attarda su schemi culturali e modelli gestionali universalmente superati. Questo è il…